Il grande potere della revisione
Vorrei aprire questo post riportando una citazione di un articolo precedente, “Scrivere, ma soprattutto… scrivere bene!” :
“Quando leggi qualcosa di tuo e ti piace, dovresti spaventarti.”
Devo dire che sono d’accordo con quest’affermazione: l’autocritica è fondamentale per uno scrittore, a maggior ragione se esordiente, perché deve “fare colpo” partendo da zero. Girando per il web, negli ultimi mesi, mi sono imbattuta in numerosi siti, forum e blog dedicati agli scrittori emergenti, e l’impressione che ne ho tratto è stata che fin troppi esponenti della categoria (di cui faccio parte) peccano di eccessiva sicurezza in sé stessi e nelle proprie capacità.
Non lo dico per essere cattiva, e ad essere sincera non ho letto i lavori di coloro che ho trovato un po’ troppo “altezzosi”, ma credo che non si possa affrontare il mondo dell’editoria con la profonda convinzione che se si viene rifiutati è perché l’editore di turno non ha saputo riconoscere il proprio indiscusso valore. Bisogna rimanere coi piedi per terra, e soprattutto essere critici, e molto.
Con questo nuovo spirito ho affrontato la revisione del mio romanzo, “Amber”, di cui ho già parlato in “Riflessioni di una scrittrice esordiente”. Nel leggere i primi capitoli mi sembrava che tutto funzionasse a dovere: la tama, i personaggi, la struttura ecc. Da metà lavoro in avanti cominciavo a percepire che qualcosa non andava.
Il libro che stavo leggendo non rispecchiava più le mie intenzioni, non mi apparteneva più.
Ho passato i giorni seguenti chiedendomi perché avessi quest’impressione, e soprattutto che cos’avrei potuto fare per migliorare la mia opera. La soluzione si è presentata alla mia mente in un flash, improvvisa e chiara come il sole: il target di lettori non funzionava.
In origine “Amber” era un romanzo destinato ad un pubblico femminile “adulto” (dai 17 anni in su, più o meno). Io però avevo in mente di voler comunicare alcuni messaggi ben precisi, e volevo avvalermi di uno stile diverso; mi sono resa conto che avrei fatto meglio a riferirmi ad una fascia d’età più bassa, a partire dai 13 anni per intenderci.
Ed ecco il punto: “Amber” doveva diventare un libro per adolescenti.
Operando le opportune modifiche, le limature necessarie, e riscrivendo completamente metà libro avrei potuto quantomeno avvicinarmi al risultato sperato, e allora forse il mio manoscritto mi avrebbe soddisfatta appieno. Ho iniziato subito a lavorarci con impegno e con rinnovato entusiasmo, senza avere timore di tagliare e stroncare, rendere più essenziali determinati passaggi e strutturarne meglio altri. Mi rendevo conto, procedendo nel mio lavoro, che il mio romanzo cominciava a piacermi di nuovo, che lo sentivo più mio, perché finalmente riuscivo a trasmettere ciò che desideravo. Una sensazione bellissima! 🙂
In poche settimane la prima riscrittura è stata portata a termine, oserei dire con successo! Ho rubato qualche ora al sonno, ma ne è valsa la pena. Adesso sono in fase di revisione e mi sto dedicando alla prima parte, che in precedenza non avevo toccato granché, concentrata com’ero sulla seconda.
Il risultato è, a parer mio, stupefacente: ho ingranato una marcia in più, e ho ritrovato quell’emozione nello scrivere che forse avevo un po’ perso!
Il mio messaggio è questo: se si vuole intraprendere la strada dello scrittore occorre una buona dose di umiltà, unitamente ad una massiccia dose di autocritica. Il talento, la creatività, la bravura sono importanti, d’accordo, ma senza le altre due caratteristiche il percorso potrebbe rivelarsi molto più in salita, e non privo di batoste.
Quindi, se posso darti un consiglio, affronta molto seriamente la revisione dei tuoi lavori, magari lasciando passare un po’ di tempo dopo la prima stesura, così da poter essere un po’ più distaccato; non aver paura di tagliare, stralciare e, soprattutto, di cambiare idea! Oggigiorno i computer facilitano in maniera sconvolgente il nostro lavoro, non credi? Approfittane! 😉
Ti auguro un buon lavoro!
Antonella Arietano