Mangia, prega, ama – Elizabeth Gilbert

Mangia, prega, ama

Mangia, prega, ama

Lo ammetto, ho acquistato questo libro perché sapevo che presto sarebbe uscito il film omonimo al cinema, ed ero curiosa di leggere la storia prima di vedere la trasposizione cinematografica, come spesso faccio quando so che un romanzo è stato trasformato in sceneggiatura. “Mangia, prega, ama” è certamente un buon lavoro, molto introspettivo: è la cronaca autobiografica del viaggio fisico e spirituale di Liz, che mostra ai lettori come è riuscita a uscire da un terribile periodo di crisi riscoprendo ciò che per lei era importante, il tutto grazie alla ricerca di sé stessa e di Dio in sé stessa (in termini spirituali più che religiosi).

Il lettore segue la protagonista in Italia, dove si lascia andare ai piaceri della buona cucina; da lì in India, dove la donna entra in un ashram (un luogo di ritrovo per coloro che desiderano meditare e crescere spiritualmente), dove impara a fare i conti con le proprie ombre; e per finire parte alla volta dell’Indonesia, alla ricerca di un vecchio sciamano balinese che in un viaggio precedente le aveva predetto che sarebbe tornata e sarebbe stata sua ospite.

Il cammino di Liz è tortuoso e non privo di ostacoli: affrontare sé stessi, le proprie paure e il proprio senso di inadeguatezza non è mai cosa facile.

Questo romanzo mi è piaciuto nel complesso: é ben scritto, la trama è delineata in modo da non risultare noiosa (per quanto mi riguarda fa eccezione la parte centrale dedicata all’India), i personaggi sono vividi e reali, e vengono resi molto bene dall’autrice, che in pochi tratti riesce a comunicare la loro essenza.

Alcuni passaggi, poi, sono autentica poesia! Ti suggerisco di soffermarti sulla descrizione della città di Napoli e sulla gustosissima cronaca dell’assalto ad un pizza, da pagina 93 a pagina 97: un piacere per i sensi!
Devo dire che ho sottolieanto diversi brani, e ho “fatto l’orecchia” ad alcune pagine per ritrovare quelli più significativi. Di seguito riporto uno di questi brani, da pagina 86; Liz sta cenando con un amico italiano, Giovanni, e si stanno scambiando espressioni tipiche nelle rispettive lingue madri, ovvero l’italiano e l’inglese:
“L’altra sera stavamo parlando delle frasi che si usano quando si vuole consolare qualcuno che è in difficoltà. Gli ho detto che noi, qualche volta, diciamo ‘I’ve been there’. Lui dapprima non ha capito: ‘There… là… ma dove?’. Gli ho spiegato che una sofferenza profonda qualche volta ha una sua collocazione particolare, delle coordinate precise sulla mappa del tempo. Quando sei nel folto di una foresta di dolore, pensi che non troverai mai l’uscita, ma se qualcuno ti garantisce di essere stato in quella foresta e di esserne tornato, ecco che rinasce la speranza.
‘Allora la tristezza è un luogo?’ mi ha domandato Giovanni. ‘Un luogo dove qualcuno rimane per anni.’ ”

Un libro che certamente mi sento di consigliare, a meno che tu non trovi terribilmente noioso tutto ciò che riguarda la meditazione, lo yoga e la ricerca di sé stessi. Forse queste tematiche ti appassionano da sempre, e allora direi che vale la pena che tu legga questo romanzo. Altrimenti… meglio che lasci perdere, o che ti limiti alla prima parte, dedicata all’Italia, che è meravigliosa e molto pittoresca! 😉

Antonella Arietano

Elizabeth Gilbert, “Mangia, prega, ama”, Rizzoli, 2010

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4 responses to “ Mangia, prega, ama – Elizabeth Gilbert ”

  1. Giulia says:

    Complimenti per la recensione davvero piacevole.

  2. Antonella says:

    Grazie Giulia, è sempre un piacere! 😉

  3. vicky says:

    vorrei dire che non ero mai stata interessata alla meditazione e alla ricerca spirituale, e dopo la lettura di questo incantevole libro che parla della vita vera, si è dimostrato un argomento che affascina tantissimo! quindi scusa se mi permetto di contraddirti, ma consiglio a chiunque di leggerlo per intero. sarebbe un’offesa alla scrittrice e al suo intento di dare un senso di completezza alla ricerca di se stessa. non c’è nulla di noioso, ogni pagina è perfetta nel suo scopo.
    buona lettura a tutti!! 😉

  4. Antonella says:

    Ciao Vicky!
    Sicuramente questo libro merita di essere letto per intero, poi che tutte le parti possano piacere o meno è un aspetto totalmente soggettivo, e il fatto che sia scritto bene non significa che debba affascinare tutti allo stesso modo. Credo che nessuno scrittore serbi l’illusione di poter piacere indistintamente a chiunque, sarebbe pura utopia! Personalmente non riesco affatto a meditare, ma considero la meditazione un ottimo strumento di crescita e introspezione. Davvero i capitoli relativi all’India mi hanno messa a dura prova, ma non per questo li ho mollati a metà. Anche io credo che sia giusto leggere un libro per intero, ma nel decalogo del lettore scritto da Pennac si dice ad esempio che chi legge ha il diritto di mollare un libro a metà.

    Detto questo, sono contenta che il libro ti sia piaciuto, e spero di ritrovarti qui sul blog! 😉

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