Morire dal ridere, Antonietta Maria Usardi

Morire dal ridere

Morire dal ridere

Ho provato una sensazione curiosa nel leggere questo romanzo… Anzitutto devo dire che non sono solita dedicarmi alla letteratura di genere noir, ma la trama di questo lavoro di Antonietta Maria Usardi mi ha incuriosita, e così ho deciso di tentare l’esperimento.

Amelia e Vincent gestiscono un piccolo negozio nella Chinatown milanese, “Una volta e per sempre”, dedito alla vendita di ogni qualsivoglia strumento per farla finita. Il Paradiso degli aspiranti suicidi, insomma. Nella Milano immaginata dalla Usardi l’assistenza al suicidio è diventata una pratica legale, addirittura redditizia. I proprietari di questa piccola “bottega degli orrori” sono davvero due persone particolari, e altrettanto si può dire dei loro due figli: la maggiore, Sylvia, costantemente depressa, il secondogenito, Ernest, patologicamente introverso ma anche molto creativo, soprattutto nell’inventare nuovi strumenti da vendere agli aspiranti suicidi.

Tutto fila a meraviglia, tra la vendita di un potente veleno distillato da Amelia e il consiglio di Vincent relativo alle armi da fuoco, fino al giorno in cui si presenta davanti alla loro porta il nipotino Robespierre, che la madre, sorella di Amelia, chiede loro di accogliere.

Il problema è che Robespierre è il bambino più solare e ottimista esistente sulla faccia della terra. Come fare ad addomesticarlo affinché anche lui riesca a vedere quanto sia inutile e patetica la vita?

Una sensazione curiosa, dicevo… Effettivamente l’ambientazione è davvero accattivante e particolare, la tematica del suicidio è trattata con spirito, con ironia, comunque sempre con una certa leggerezza che contribuisce a non appesantire mai l’opera. Ho avuto l’impressione di leggere una sorta di fiaba per adulti, una di quelle fiabe del miglior repertorio classico, che quindi non manca di quell’aspetto un po’ grottesco che nemmeno i Grimm si lasciavano sfuggire. Intendiamoci, non si tratta di una fiaba!

Un lavoro riuscito, direi, mai piatto e soprattutto mai scontato. Le pagine sono percorse da una vena ironica piacevole, che permette di scherzare su un tema altrimenti spinoso e tabù quale il suicidio. Non vengono emessi giudizi, non è certo questo lo scopo del romanzo. Credo che l’autrice volesse semplicemente servirsi di un argomento così scottante per introdurre quello che, per antitesi, davvero le sta a cuore: la meraviglia della vita. I personaggi più oscuri di questo romanzo saranno costretti a rimettere in gioco tutto ciò in cui credevano; ogni cambiamento genera inizialmente delle crisi, resta da vedere se poi sia possibile integrarlo o rigettarlo… Per il lettore resta da scoprire che cosa faranno i tetri gestori di “Una volta e per sempre”!

Trovo che “Morire dal ridere” sia un romanzo che merita la possibilità di farsi scoprire. Anche se, come me, non siete dediti al noir… 😉

Buona lettura!

Antonella Arietano

Antonietta Maria Usardi, “Morire dal ridere”, 0111 Edizioni, collana LaNera Big-C, 2012

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One response to “ Morire dal ridere, Antonietta Maria Usardi ”

  1. TED BRAUN says:

    Ho letto “Il morto è servito”. Godibilissimo ma breve, peccato. Stile narrativo fluido e leggero. Sintesi di cena con delitto apprezzabile. Un’autrice di talento.

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