“La fabbrica delle meraviglie”, Sharon Cameron

La-fabbrica-delle-meraviglieTitolo: La Fabbrica delle meraviglie
Autore: Sharon Cameron
Editore: Mondadorier
Collana: I Grandi
Genere: romanzo
Formato: Copertina rigida con sovraccoperta
ISBN: 978-8804618768
Anno: 2015
Pagine: 308
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Sin dalle prime pagine di questo bel romanzo un aggettivo ha preso forma nella mia mente: steampunk. Tra complicati meccanismi e delicati ingranaggi questa storia avventurosa venata di rosa non può che fare breccia nel cuore del lettore amante di ambientazioni caratteristiche, originali e sopra le righe.

Katharine è rimasta orfana e vive in casa della zia Alice, occupandosi della contabilità e sopportando in silenzio i suoi soprusi. Alla donna è giunta voce che il cognato, Frederick Tulman, non sia completamente sano di mente e teme pertanto che possa dilapidare il patrimonio che spetterà a suo figlio Robert a tempo debito. Per evitare il disastro Alice incarica la giovane nipote di recarsi a Stranwyne, la tenuta di famiglia, per verificare queste voci e quindi rendere possibile l’internamento dello zio.

Si tratta di un compito che Katharine trova decisamente sgradevole, ma il suo primario interesse consiste nel salvaguardare il proprio futuro, che dipenderà interamente dalla fortuna della zia, perciò si trova a dover assecondare ancora una volta il suo gioco meschino.

Giunta a Stranwyne, la ragazza si accorge ben presto di non essere la benvenuta. Un intero villaggio è sorto sulla tenuta dello zio Tully: centinaia di persone lavorano nelle fabbriche edificate apposta per sostenere le sue attività, ovvero la progettazione e la realizzazione di ingegnosi marchingegni meccanici di rara bellezza.

L’attenzione di Katharine è ben presto catturata da Lane, un giovanotto molto vicino a suo zio che sembra peraltro averlo molto a cuore. Lane le chiede di concedere a tutti loro un mese prima di denunciare la presunta follia del signor Tulman. La ragazza decide di accettare.

Durante quei trenta giorni Katharine si affezionerà molto allo zio Tully. La situazione già difficile sarà resa ancora più complicata da una serie di strani eventi di cui lei stessa sarà protagonista, e che la porteranno a dubitare della propria sanità mentale.

Una storia davvero deliziosa, si legge con interesse crescente e non manca di stupire. Le ambientazioni come dicevo sono accattivanti, i personaggi molto ben tratteggiati popolano una storia ben strutturata e ricca di restroscena da scoprire un po’ per volta, una pagina dopo l’altra. Non si tratta affatto di una trama scontata, non è mai banale e riesce a trattenere l’attenzione del lettore in ogni momento. L’uso della prima persona narrante contribuisce a creare quell’alone di mistero che accompagna tutto il libro, favorendo l’identificazione capace di mantenere viva l’attenzione dal principio alla fine.

L’unico neo che ho riscontrato riguarda i capitoli conclusivi del romanzo: ho fatto fatica a seguirli perché gli avvenimenti descritti non mi erano del tutto chiari. La dinamica era piuttosto caotica e molti misteri venivano svelati tutti insieme, il che ha reso complesso il legame dei vari eventi. Inoltre credo si tratti di una storia non terminata, in effetti il finale mi lascia supporre che possa essere in arrivo almeno un secondo volume, ed io comincio ad essere un po’ stanca delle saghe che imperversano in questo periodo.

Nel complesso si tratta certamente di un buon libro, mi è davvero piaciuto molto nonostante le piccole pecche riscontrate nelle ultime pagine. Una piacevole lettura per giovani e adulti, avventurosa e romantica al punto giusto.

Antonella Arietano

 

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2 responses to “ “La fabbrica delle meraviglie”, Sharon Cameron ”

  1. Luce Di Stella says:

    Bella recensione, complimenti! Hai proprio ragione: anch’io sono un po’ stanca del fatto che quasi tutti i libri debbano finire in sospeso e debbano continuare in altri due o più libri. Se non c’è almeno una trilogia non ne possiamo venir fuori (ad andare bene una trilogia, sempre che non diventino una saga infinita!)
    Io ho perso il conto di tutte le saghe che ho iniziato e ancora non finito…

  2. Antonella says:

    Eh sì, leggere qualcosa di autoconclusivo sembra sia diventata un’utopia! Non demordiamo, le mode vanno e vengono… 😉

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